Giardino di Roma, quartiere Malafede, fra l’Eur e Ostia. Anzi, no: Overlook hotel, Montagne Rocciose, Colorado. L’accostamento con Shining è d’obbligo. Lo avalla la stessa autrice con una citazione nell’esergo del suo nuovo romanzo. Un bell’azzardo. Da brividi. Rilanciato dall’editore in quarta di copertina con una chiamata di correo anche a Kafka, Polanski e Dostoevskij. Ebbene: Antonella Lattanzi, barese d’origine, dal ’79 a Roma, tra così variegati e autorevoli riferimenti in Questo giorno che incombe ha trovato una sua voce particolarissima ed efficace e una propria unità di misura ritmica.
Nella serrata scansione di una storia di implacabile inquietudine, con una tensione che tiene inchiodati fino all’ultimo rigo dell’ultima pagina, Antonella Lattanzi affronta con cristallina limpidezza laceranti dinamiche piscologiche, sociali e di gruppo. Come il mare in un bicchiere, nei tremori di una donna un groviglio di contraddizioni del nostro tempo.
Giovane, brava e bella, stimata e affermata per il suo lavoro in ambito editoriale, madre di due figlie, moglie innamorata e felice, Francesca accetta volentieri di trasferirsi da Milano a Roma assecondando necessità professionali del marito, impegnato in una prestigiosa ricerca universitaria. Del resto Francesca immagina che la vita nuova nella quiete del quartiere residenziale alla periferia della capitale le consentirà, tra l’altro, di scrivere finalmente quel libro illustrato per bambini al quale non è riuscita finallora a dedicarsi. Anche per Jack Torrance l’Overlook era il posto ideale dove realizzare le proprie ambizioni di scrittore.
- Il Giardino di Roma è un complesso signorile, immerso nel verde di un parco sconfinato. Moderno, pulito, ordinato, abitato da persone gentili e affabili che subito si fanno incontro alla coppia offrendo loro la propria amicizia. Ceto medio, ecologista e progressista. Nel parco condominiale ci sono l’orto condiviso, e panchine e giochi per i bambini. Un incanto. E invece no. Un incubo.
Accade una tragedia, di quelle che richiamano i giornalisti a frotte e con essi la canea dei social. Prima, però, di cose ne accadono tante altre, e tutte dentro Francesca. Questo giorno che incombe è il racconto magistrale della crisi di una donna, un crollo verticale, improvviso, quasi senza scricchiolii. Comincia tutto con l’ingresso nella nuova casa, che invece di essere il piccolo eden sognato si rivela una sorta di super io inquisitore. Francesca ha allucinazioni uditive. Come un ventriloquo della sua coscienza, la casa le parla e dà voce a debolezze, dubbi, marginalità domestica, fatica del carico familiare, allontanamento affettivo del marito, solitudine, frustrazione, disagio per l’invadenza un po’ spocchiosa di certi vicini.
Francesca ascolta quella voce, la sua voce. È disorientata, ha sempre più spesso momenti di vuoto in cui perde controllo e memoria delle sue azioni. Ha paura di se stessa. Teme che potrebbe fare del male. A sua insaputa. Forse è depressione o forse è solo bisogno d’amore e d’avventura. Voglia di rinverdire i sogni giovanili. In quei giorni di malessere per Francesca c’è anche questa possibilità. Chi legge trema e tifa per lei.
- Fosse tutto qui, Questo giorno che incombe sarebbe un gran bel romanzo. Ma c’è di più. Molto. L’evento tragico, cruna dell’ago della storia, è «liberamente ispirato a un episodio di cronaca accaduto a Bari nel palazzo dove l’autrice è cresciuta». Ebbene, in quella cruna ci passano i condomini del Giardino di Roma, un po’ comunità e un po’ setta, al bivio fra fratellanza e solidarietà, omertà e complicità, buoni sentimenti e pregiudizi. Ci passa tutto il mondo di fuori con la saccente e morbosa smania di protagonismo dei soliti tanti che commuta a intermittenza necessità e voglia di giustizia in caccia all’altro e al diverso.
Senza mai alcun cedimento espressivo o rallentamento, Questo giorno che incombe è una straordinaria figura della complessità in cui gli opposti non sono estremi distanti fra loro ma verità l’una dentro l’altra in perenne lotta fra loro. Come ci insegna la vita, e con essa la grande letteratura, che è sempre in qualche modo figlia del dolore di quella: anche Questo giorno che incombe.
Antonella Lattanzi, Questo giorno che incombe, HarperCollins, 2021
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