Walkabout
Passeggiando. Breve narrazione in versi di alcuni momenti e luoghi di Altamura.
Perché il giudizio universale
Non passa per le case
Le case dove noi ci nascondiamo
Bisogna ritornare nella strada
Nella strada per conoscere chi siamo
Giorgio Gaber, C’è solo la strada
Ad Altamura io passeggio da solo
Mi fanno compagnia le strade
Con i loro nomi e le storie
Che raccontano 4
Quando la mattina esco di casa
E svolto in via Castello
Appena alzo gli occhi dalla strada
Mi si spalanca il cielo come fosse
La finestra di casa
Certe volte d’estate quel cielo
È così blu e nemmeno una nuvola
Per salire fin lassù 12
Era così il cielo che ad Austerlitz
Al principe Bolkonskij fece dire
«Tutto è vano, tutto è illusione,
Tranne questo cielo infinito.
Non esiste nulla, tranne esso» 17
Poi proseguo per Via Vecchia
Buoncammino
The Long and Winding Road
Dove è il santuario della Madonna
Un tempo era un’edicola votiva
Lì si fermava per una preghiera
Il viandante quando andare a Bari
Era un’avventura 25
Oltre è la Murgia, aspra e gentile
Fiera di bellezza con i suoi orizzonti
Aperti e voragini e canaloni
Doline e grotte, fedeli custodi
Di quell’uomo che al tempo
Di Neanderthal la sua brama
Di caccia o le acque in piena
Affidarono alla loro indulgenza 33
Altre volte all’incrocio di via Bari
Svolto e m’avventuro nell’epica
Camminando sull’erba fianco a fianco
Con quel che resta delle Mura
Dell’antica città peuceta
Mi stordisce il traffico, m’incanta
L’antica possanza dei massi
Di pietra calcarea che in due cinte
Megalitiche per quattro metri
D’altezza erano baluardo di sicurezza 43
Nella maestà della loro
Sfrontata e impavida rovina
Scolpito è il monito
Di Glauco a Diomede:
«Simili sono le stirpi degli uomini
A stirpi di foglie. Le foglie, a terra
Le spargono i venti, altre invece la selva
Rigogliosa fa nascere, e di nuovo
Torna a fiorire primavera;
Così la stirpe degli uomini,
Una spunta, quell’altra appassisce» 54
Soli e senza dei dismessa ogni pietà
Presso le mura di Troia combattevano
Teucri e Achei facendo strage
Gli uni degli altri
Impavidi si sfidarono i due eroi
Certi ognuno del proprio valore
Poi si conobbero e seppero
D’essere la loro progenie legata
Dal sacro vincolo dell’ospitalità
Tanto bastò «Dal cocchio entrambi
Dismontâr d’un salto, strinser le destre
E si dier mutua fede» 66
Mentre dentro di me dico e penso
A questi versi già sono in via
Ricovero di mendicità dove Fratelli
Non è parola tremante nella notte
Né foglia appena nata nell’aria
Spasimante ma involontaria rivolta
Dell’uomo presente alla sua fragilità 73
Era nel Cinquecento Convento
Dei Cappuccini con venticinque celle
Una cappella francescana con pavimento
In maiolica e altare ligneo
Un chiostro centrale e un pozzo
Per il recupero dell’acqua piovana
Poi nel milleottocentosessantasei
Divenne ricovero di mendicità
Per dare riparo a chi viveva per strada
Uomo o donna che fosse
Metti per esempio Jean Valjean e Cosette 84
Da cinquant’anni è tutto chiuso
E l’armoniosa e austera bellezza
Del Convento patisce le ingiurie
Del tempo ma c’è stata ancora
Una stagione felice quando
Lì alloggiati con la loro arte la sera
Ne rallegrarono le mura
Giovani volontari di tutta Europa
Al lavoro in campi archeologici 93
La parola mendicità la ritrovo
A pagina sessantaquattro di Infelicità
senza desideri di Peter Handke
«I poveracci ricoverati nell’ospizio
Di mendicità» con il loro imbarazzo
La loro vergogna e sua madre a casa
A tener testa alla povertà
A darle forma di dignità
«Lei che era in grado di figurarsi
Una vita che non fosse fatta solo
Di lavori domestici dall’alba al tramonto» 104
Come lei anch’io a modo mio
Nel pensier mi fingo un’altra vita
Più giusta e libera se vuoi
Sotto il segno di quella fratellanza
Che tutti fra sé confederati estima
Gli uomini nelle alterne vicende
Della vita comune 111
All’altro capo della strada
In cima alla salita c’è la chiesa
Di San Lorenzo con l’iscrizione in lode
Alla gente dei Mirmidoni affinché
Impetri ai veri patrioti la vita celeste
E le Missionarie del Samaritano
Con la loro philoxenia a tutti
Ne indicano la via ma già
In ogni claustro come in uno
Scrigno racchiuso è l’antico sogno
Imperiale di pacifica convivenza
Fra latini greci musulmani ebrei 123
Nel cielo blu di piazza Duomo
Che di bellezza e vita brulicante
Corso e cuore slarga a nuovi intenti
Dell’Assunta di turisti o studenti
Una folla plaudente sempre
Incantata ammira e si mescolano
Le lingue nello stupore comune
Per quel sogno universale
Di arte e di pace che con esse
In alto si staglia 140
Per queste strade fra gente nuova
Io cerco chi sono e ad ogni incontro
Mi racconto e ascolto e guardo
E ciò che vedo e sento
Ha il sapore buono del pane 145
Crediti
15-17: Lev Tolstoj, Guerra e pace, libro primo, parte terza, cap. 16
20: The Long and Winding Road, The Beatles
29-33: https://uomodialtamura.it/go/16/l-uomo-di-altamura.aspx
37-43: https://prolocoaltamura.it/mura-megalitiche/
47-54: Omero, Iliade, canto VI, vv. 146-149
69-73: Giuseppe Ungaretti, Fratelli
75-79: Antonella Cannito in Altamura life, 16 luglio 2012 https://shorturl.at/tJYZ2
81-87: Michele Cornacchia, Altamura live, 15 febbraio 2014 https://shorturl.at/afoqX
84: cit. I miserabili, Victor Hugo
89-93: Donato Laborante, Masseria Jesce, Teatro della memoria, 11 luglio 2017
95-96: Peter Handke, Infelicità senza desideri, Guanda
107-108: Antonello Venditti, Sotto il segno dei pesci
109-111: Giacomo Leopardi, La ginestra
114-115: Ottavio Serena storie-inedite
117-119: Mons. Giovanni Ricchiuti, 16 marzo 2016, http://www.acquavivapartecipa.it/ri/
120-123: https://prolocoaltamura.it/i-claustri/
129: via Eguaglianza, traversa di via Matera, dopo via Repubblica partenopea