I personaggi del nuovo romanzo di Anilda Ibrahimi, Il tuo nome è una promessa, sono tanti, tutti forti e importanti, ma la protagonista è lei: sua maestà la Storia. La Storia sono loro: Esther e Rebecca, per esempio.

Madre e figlia. Ebree. Esther sopravvive al nazismo con la propria famiglia grazie all’accoglienza dell’Albania di re Zog, l’ultimo monarca. Erano duecento gli ebrei in Albania prima della Seconda guerra mondiale, duemila alla fine. L’ospitalità “nel Paese delle aquile” è sacra: nessun ebreo fu mai consegnato agli italiani o ai nazisti durante la loro occupazione. Tutti furono sempre strenuamente protetti dalla popolazione. Ottocento uomini di Valona furono deportati per aver nascosto ebrei, seicento di loro non tornarono più dai campi di concentramento. L’Albania è per questo nell’elenco dei “giusti fra le nazioni”. Noi italiani, invece, nella nostra Storia abbiamo la vergogna delle leggi razziali.

Rebecca, figlia di Esther, cittadina statunitense, accetta un incarico a Tirana negli anni Novanta, dopo il crollo del regime comunista. Rebecca lavora per un’organizzazione internazionale che sostiene progetti di sviluppo.

È in crisi con il marito. Cerca un po’ di respiro per capire di più di sé. Cerca «quell’illusione che si ha quando si cambia luogo. Di poter annullare il tempo… Di concedersi un nuovo inizio». Troverà le risposte che confusamente cerca in quella terra che ha salvato sua madre? Lì ci sono, però, anche le ferite vive di un grave lutto familiare. La zia Abigail, bambina febbricitante, in una notte di terrore fu catturata dai tedeschi nel corso di una retata e deportata a Dachau. Che ne è stato di lei? Invano la sorella Rebecca l’ha attesa. Riuscirà Rebecca a riannodare le fila del tempo colmando vuoti dolorosi e ricucendo gli strappi della Storia?

A Tirana Rebecca conoscerà un giovane assistente dal fascino dolente di chi troppo ama e conosce il proprio Paese per credere a un suo facile riscatto. Dopo l’occupazione nazista quella terra generosa dell’accoglienza che tanti ebrei aveva salvato si trasforma, infatti, in un’orribile prigione a cielo aperto. Il tuo nome è una promessa racconta anche questo rovescio della medaglia, segnato nella carne viva del tragico destino di alcune donne e di un poeta. Una trama di versi (da Simic a Eluard, a Hikmet a Kavafis) percorre e rischiara le atrocità della Storia del dopoguerra albanese.

Alternando nel romanzo passato e presente come in una danza, ancora una volta Anilda Ibrahimi è riuscita ad ammansire le crudeltà della Storia nella magia di un romanzo vivo e palpitante. Rebecca, Esther, Abigail, Ruth, Hadas, Rachel, Andi, Thomas, Lule, Halim, Lilo, Gani, Rajna… “la Storia sono loro, attenzione… sono loro questo prato di aghi sotto il cielo… sono loro le onde del mare… sono loro, bella ciao, che partono…”. Sì, la Storia sono loro… Onore ai giusti.

Anilda Ibrahimi, Il tuo nome è una promessa, Einaudi, 2017

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