Michele Trecca2023-07-18T16:40:31+02:00

Everybody needs some book to love

Anilda Ibrahimi,
Il tuo nome è una promessa

I personaggi del nuovo romanzo di Anilda Ibrahimi, Il tuo nome è una promessa, sono tanti, tutti forti e importanti, ma la protagonista è lei: sua maestà la Storia. La Storia sono loro: Esther e Rebecca, per esempio. Madre e figlia. Ebree. Esther sopravvive al nazismo con la propria famiglia grazie all'accoglienza dell’Albania di re Zog, l'ultimo monarca. Erano duecento gli ebrei in Albania prima della Seconda guerra mondiale, duemila alla fine. L'ospitalità “nel Paese delle aquile” è sacra: nessun ebreo fu mai consegnato agli italiani o ai nazisti durante la loro occupazione. Tutti furono sempre strenuamente protetti dalla popolazione. [...]

Alessandro Piperno,
Dove la storia finisce

C’erano una volta le lucciole nei campi, poi sono sparite e con esse la civiltà contadina. C’era una volta nel cuore della capitale «la buona società», non c’è più neanche quella. Dell’una ci ha detto Pasolini anni fa, dell’altra ci dice ora Alessandro Piperno in Dove la storia finisce. Nella periferia hanno prevalso il cemento e la smania dei consumi. Nei salotti borghesi «le stock option e gli avvisi di garanzia». Quella che un tempo era classe dirigente ora «non ha più nome, né prestigio, né distinzione, solo qualche brutto presentimento di casta». Come un ancien régime pronto a saltare [...]

Zeruya Shalev,
Dolore

«Abbiamo tradito le parole… ed esse ora ci accusano», scrive Zeruya Shalev, autrice israeliana unanimemente riconosciuta dell’ordine di grandezza di Amos Oz e David Grossman. Il romanzo è Dolore. Stanno litigando. Lei chiede qualcosa, ma per sapere altro. In realtà cerca di estorcergli informazioni su quel suo primo fidanzato che tanto tempo prima l’aveva abbandonata e nel loro incontro fortuito a distanza di anni neppure l’ha riconosciuta. Lui, il marito, non la ascolta. Comunque non risponde. È già nella sua stanza a giocare a scacchi con il computer. A questo punto quella riflessione nell’ambiguità dell’indiretto libero. Non riusciamo più a [...]

Suad Amiry,
Damasco

«Un uomo è ciò che nasconde.» La frase è di Andre Malraux. La riporta in Damasco Suad Amiry, scrittrice e architetta nata a Damasco da madre siriana e padre palestinese, cresciuta tra Amman, Damasco, Beirut e Il Cairo. Oggi vive e lavora a Ramallah, dove dirige il Riwaq Center for Architectural Conservation. […]

Paolo Rumiz,
Appia

Non sono mai solo parole, certi libri. Appia di Paolo Rumiz, per esempio, è 612 chilometri, 29 giorni di cammino e circa un milione di passi. Con altri tre compagni di viaggio, infatti, nel giugno dello scorso anno Paolo Rumiz ha ripercorso l’antica strada consolare romana. Appia, quindi, è prima di tutto la cronaca di quel cammino, ma non solo. Appia è un impegno civile di riconquista e restituzione all’uso pubblico di un pezzo di bellezza. Un progetto di recupero, un combinato disposto che insieme al libro ha visto la produzione di una mostra fotografica e un documentario a cura [...]

Marco Balzano,
L’ultimo arrivato

Nazionalpopolare, come fosse il più feroce degli insulti, disse nel 1987 un certo presidente della Rai (Enrico Manca) per tacciare di pochezza culturale un programma d’intrattenimento (di Pippo Baudo) durante il quale in un intervento comico (di Beppe Grillo) era stata colpita la sua parte politica (i socialisti: Ma se in Cina sono tutti socialisti, i socialisti cinesi a chi rubano?). Nazionale e popolare (e viceversa) diceva, invece, Antonio Gramsci dovrebbe essere la nostra letteratura anziché oscillare fra un cosmopolitismo sterile benché raffinato e un provincialismo comunque asfittico. Oggi con lo spettro del populismo (agitato come l’aglio o la croce [...]

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