Leggere è vivere tante vite. Leggere Annientare di Michel Houellebecq è guardare in filigrana quella che abbiamo sotto gli occhi. Per esempio, come giudicare un atto terroristico che, senza toccare le persone, con mirabile perizia colpisce ciò che ti è intollerabile? Resta ferma la condanna, oppure, in filigrana… Paul, funzionario governativo, braccio destro del ministro dell’economia, non ha dubbi: «se l’obiettivo dei terroristi era quello di annientare il mondo come lui lo conosceva, di annientare il mondo moderno, non poteva dargli torto affatto». Paul pensa al capitalismo finanziario (che non piace neanche al ministro), alla distruzione della classe media, al commercio in rete di liquido seminale… Ma davvero esiste una violenza chirurgica e addirittura morale o un seme maligno come il terrorismo inevitabilmente produce morti e stragi? Vedremo, ce n’è da leggere.
Come sempre Houellebecq mira al bersaglio grosso: la crisi dell’Occidente che, per essere precisi, secondo lui è cominciata con la rivoluzione scientifica e la secolarizzazione. Un po’ quello che sulla scala minima della coppia accade ai due protagonisti, Paul e Prudence: «un miglioramento delle condizioni di vita va spesso di pari passi con un deterioramento delle ragioni di vita». E loro due proprio non lo sanno più perché stanno ancora insieme: hanno anche scomparti separati del frigo, ognuno il suo cibo. Di sesso poi non ne parliamo proprio: «L’atto in sé lo ricordava, non è una cosa che si dimentica, è come andare in bicicletta… erano le procedure che consentivano di arrivarci a sembrargli estremamente remote e fantasmagoriche, tanto che avrebbero potuto appartenere a un racconto mitologico, o a una vita precedente». Finirà proprio così fra loro, con questo zero termico? Settecento pagine sono tante, tutto può succedere.
In ogni caso a dispetto del titolo, crudo e assertivo, in questo nuovo romanzo più che la provocazione e lo scandalo (storici brand letterari di Houellebecq) poté la preoccupazione (è il caso di Bruno, il ministro), la rassegnazione, la tristezza (Prudence), il rispetto (di Paul per le manifestazioni mistiche della sorella che prega «senza pudore» e anche per la spiritualità new age di Prudence, quella wicca, precisamente) e, ancora, la dolcezza struggente dei ricordi (per un’estate felice con Prudence in Corsica: «Si accorse con imbarazzo che a quel ricordo gli salivano le lacrime agli occhi»), infine la compassione e in più occasioni il pianto.
Accade, per esempio, a pagina 225: «fu sopraffatto da una ondata di compassione così violenta che dovette girarsi dall’altra parte per non piangere». È quando Paul pensa alla «vita spezzata» della nuova compagna del padre, Madeleine, che è giorno e notte al capezzale del suo più anziano innamorato in coma, con una dedizione assoluta, «pacifica, quasi animale».
E dunque, il disincantato e sprezzante Paul pensa e dice che siamo tutti «tante palline di merda egoistiche» e della razza umana prevede con nonchalance e quasi auspica l’estinzione in tempi non troppo lontani ma in realtà è fragile e scosso dal mistero della vita e dell’amore «come qualsiasi uomo, “fatto di tutti gli altri e che li vale tutti”».
Ricapitolando: Annientare è un romanzo fluviale placidamente maestoso (tipo il Rodano, «impressionante, sorprendentemente largo») in cui interagiscono un piano terroristico di attacco ai gangli nevralgici della nostra civiltà (epicentro la Francia, con le presidenziali in corso), le variegate dinamiche di coppia della famiglia di Paul, due fratelli, una sorella e il padre e, infine, la dirompente malattia e disabilità di quest’ultimo e poi non solo la sua. Dall’armoniosa fusione di questi nuclei tematici sprigiona una densità di pensiero che nulla al ver detraendo attraversa tanta letteratura, tante discipline e stringe le insanabili ferite della condizione umana e del nostro tempo in un lucido, severo e affettuoso abbraccio.
Annientare è un romanzo che ami, allo stesso modo in cui Paul «Amava quei momenti di sospensione durante l’anno, quando la vita sembra fermarsi come in cima a una ruota panoramica, prima di immergersi in un nuovo ciclo». Leggere Annientare è quel momento di sospensione in cima a una ruota panoramica. Giù è meraviglia, dentro è tremore. Il resto è dolore, perché la vita alla fine non perdona e Houellebecq te lo dice, ma in un modo che ti fa amare la vita ancora di più. È l’arte, bellezza.
Michel Houellebecq, Annientare, La nave di Teseo, 2022