L’amore è perfido e capriccioso. E anche tempestoso. Un gorgo. Oppure no. È un approdo gioioso e sereno. La felicità. Ma da chi e cosa dipende?  Siamo per caso noi a dettar legge al nostro cuore?
Scrive Kundera ne L’identità: «Contro i sentimenti siamo disarmati, poiché esistono e basta – e sfuggono a qualunque censura. Possiamo rimproverarci un gesto, una frase, ma non un sentimento: su di esso non abbiamo alcun potere». Fumo di Ivan Turgenev è uno splendido romanzo sul garbuglio sentimentale in cui facilmente ciascuno incappa. A cominciare dal protagonista del romanzo Grigorij Michajlovič Litvinov.

  • Prima, però, un doveroso e sentito ringraziamento a Javier Cercas, che ha fatto conoscere quest’opera preziosa a chi scrive. Di Fumo, infatti, abbiamo saputo leggendo Il castello di Barbablù dello stesso Cercas, terzo romanzo con Melchor Marin, prima poliziotto poi bibliotecario e grande appassionato di narrativa ottocentesca. Il castello di Barbablù comincia proprio con la citazione del romanzo di Turgenev. Non potevamo lasciar cadere quest’indizio e bene abbiamo fatto: Fumo non è affatto minore rispetto a Padri e figli. Grande merito, dunque, all’editore Galaad, l’unico che oggi in Italia ha in catalogo il romanzo. Fumo è imperdibile: è croce e delizia dell’amore.

La storia è semplice. Litvinov è in vacanza nel centro termale di Baden, in Germania. Aspetta la fidanzata Tat’jana che lo raggiungerà con la zia. Litvinov, trentenne, è in pace con se stesso. Con fatica e oculatezza, ha rimesso in piedi le dissestate finanze e proprietà di famiglia. Ama profondamente la futura moglie. Non gli è stato facile, ma ha superato la passione giovanile per la principessa Irina. Quell’amore incendiario era finito malamente. Ora è acqua passata. E invece no. A Baden, infatti, Litvinov incontra Irina. Tat’jana  e Irina sono l’una l’opposto dell’altra. Due bellezze assolutamente differenti, due possibilità di vita antitetiche. Litvinov è tra due fuochi. Ogni certezza viene meno. E dunque?

La sincera e drammatica tempesta sentimentale del protagonista risalta ancor di più sullo sfondo vacuo della comunità nobiliare dei russi a Baden compiaciuta del proprio cicaleccio pettegolo e dei propri sanguinosi privilegi: «Si ricordò molte cose compiute con gran frastuono e strepito sotto i suoi occhi… Si ricordò le dispute infiammate, le chiacchiere e le grida di uomini di bassa e alta posizione, progressisti e reazionari, vecchi e giovani… fumo, fumo e nient’altro; e le proprie aspirazioni, e i sentimenti, e i tentativi, e i sogni? Fece un gesto di sconforto con la mano».

Secondo Pietro Citati «possiamo mettere la storia d’amore di Fumo vicino a quella di Anna Karenina». Per quel che vale, noi siamo d’accordo.

 

Ivan Turgenev, Fumo, Galaad, 2021