Sui manuali la storia la studi. Con certi romanzi la vivi. Nella notte di Concita De Gregorio è uno di questi. La vicenda raccontata assomiglia alla mancata elezione di Prodi al Quirinale nel 2013. Accadde allora che nella notte saltò la convergenza unanime del partito democratico sul nome del professore e prevalse quindi Giorgio Napolitano, Presidente della repubblica per la seconda volta. E dunque, cosa accadde quella notte? Quella del romanzo è una notte lunga, che comincia con gli scandali del 2009. Il professor Onofrio Pegolani – così si chiama il candidato di Concita De Gregorio – per il giorno dopo aveva già pronti gli appunti del discorso e il vestito, comprato in tutta fretta prima di rientrare a casa. Non servirono.

  • Nella notte è un thriller politico. Il cadavere è quello della Repubblica. Gli assassini, le congiure di Palazzo. Il movente: sesso, soldi e potere. Chi indaga è una studentessa che sceglie per la propria tesi di dottorato il racconto delle trame politiche di quelle ore convulse, corredate peraltro da un’inquietante morte incidentale. Qualche anno dopo Nora D., su pressante invito dell’autorevole professore universitario suo relatore, accetta di lavorare per un centro studi romano che – scopre – in realtà raccoglie, manipola, falsifica e vende al miglior offerente informazioni utili nella lotta politica. Insomma, dossier vari per ricatti incrociati. Qui Nora ritrova Alice, la sua amica del cuore, persa di vista tanti anni prima e ora fidanzata con il responsabile del centro, il nipote di un ex Presidente della repubblica, quello che collezionava soldatini.

Adesso Nora è davvero nel cuore della notte, e noi con lei. Ciò che scoprirà ci riguarda, perciò leggendo continuamente ribadiamo l’incoraggiamento di una sua amica: «Fai bene a occuparti di politica, brava. Persone come te devono farlo. Brava ma attenta».

Parliamo di questo romanzo con un amico. Lui dice: se i fatti li sai, dì le cose come stanno; non mi piacciono romanzi che nascondono la realtà dietro la finzione. Ribattiamo: l’invenzione serve per colmare vuoti, ribaltare verità di comodo; a maggior ragione poi l’immaginazione serve quando devi svelare l’occulto di un mondo dove «niente di quello che è visibile è decisivo… dove quando qualcosa accade è solo la fine di un percorso che non conosciamo». Naturalmente ognuno resta della propria opinione.

  • Noi, quindi, rimaniamo convinti che mescolando fatti noti, meno noti e inventati, nomi, talvolta fantasiosi fino al grottesco, profili, alcuni in chiaro, altri schermati, e registri vari di scrittura, dai capitoli della tesi al racconto in prima persona di Nora, anche memoriale e intimista, fino al campionario sociologico dell’ultima parte, Concita De Gregorio abbia realizzato un sofferto, forte, ampio e amaro affresco del degrado politico e morale del nostro Paese e d’un tempo sempre più slabbrato, pericoloso e triste.

E dunque, se «la verità non esiste… e le verità sono fatte di trame verosimili, ma prima di ogni altra cosa devono essere credibili e dunque credute», noi per quella lunga notte degli imbroglidal 2009 al 2013 grazie a Concita De Gregorio e al suo romanzo la nostra verità l’abbiamo trovata e abbiamo anche provato commossa ammirazione per il coraggio di Nora e Alice (due volti della stessa persona) e tanta indignazione, paura e soprattutto pena per l’infinita, sciocca vanità di certi potenti di casa nostra: «Siamo tutti formiche, qua sopra, se la Terra parla. La Terra comanda. Quelli sembravano convinti di comandare loro, invece». E invece, no: «Dire no è formidabile. Indispensabile alla vita, proprio».

 

Concita De Gregorio, Nella notte, Feltrinelli, 2019