Tutti i ragazzini sognano (di essere) un eroe. A qualche fortunato capita che il proprio eroe abiti nello stesso palazzo, nella scala di fronte. È il caso di Mimì, dodici anni, occhiali, parlantina da sapientone e la fissa per i fumetti, gli astronauti e Karatè Kid. L’eroe di Mimì si chiama Giancarlo Siani, proprio lui: il giornalista del Mattino ucciso a ventisei anni dalla camorra il 23 settembre 1985. Dice bene Lorenzo Marone nella nota finale di Un ragazzo normale: «Questo non è il romanzo di Giancarlo Siani, è un romanzo con Giancarlo Siani».
- Un ragazzo normale è un componimento misto di storia e invenzione, secondo l’antica ricetta della premiata ditta Manzoni. È una struggente storia di formazione. È il racconto in prima persona da un’età adulta di un anno speciale alla fine del quale una tranquilla adolescenza precipita nella dimensione nuova della responsabilità. Tutto comincia come ogni cosa straordinaria «in punta di piedi e all’improvviso, senza tuoni e particolari avvisaglie. Proprio come una nevicata». Per esempio, quella storica di gennaio 1985.
È in quell’inverno lì che Mimì e il suo nuovo amico Sasà (si conoscono così: «Mimì, hai visto? Nevica neve!») tra un calcio e l’altro al Super Santos scoprono Giancarlo Siani. Il padre di Mimì fa il portiere. In famiglia sono in sette: genitori, sorella, nonni e un cane, Beethoven. Tutti in un bilocale, con annessa guardiola. Spazio non ce n’è. La libreria di Mimì è sotto il letto. Barrie, Caroll, Kipling, London, Salgari, Verne, Stevenson, Twain, De Amicis, Saint Exupery e tanti altri classici per ragazzi… L’avvocato per il quale la mamma lavora se ne vuole liberare e a ogni festa ne regala uno alla sua segretaria preferita. La mamma li gira al figlio. A dodici anni Mimì sotto il letto oltre ai fumetti ha più cinquanta romanzi e li ha letti tutti molte volte perché… ne passa di tempo tra una festa e l’altra! Insomma, Mimì era in fissa con romanzi, superpoteri ed eroi, e ne cercava uno tutto per sé. Uno come Giacarlo Siani.
Siani ha i propri tratti biografici, compresa la macchina un po’ stramba nella quale fu ammazzato, una Mehari verde: «una specie di jeep, ma più in stile cartoon con il tettuccio removibile di tela e la carrozzeria di plastica verde». E poi ha come in vita quel sorriso lì «che ti costringeva ad essere allegro e a parlare solo di cose belle» e ha pure quella fragilità professionale di cronista sì, e che cronista!, ma abusivo, perché senza contratto. Nel romanzo di Marone Siani è una specie di fratello maggiore di Mimì e del gruppetto che ruota attorno a lui in quella strada del Vomero. È l’adulto di cui ti puoi fidare e con il quale azzardare confidenze. Anche quelle delicatissime del primo amore.
- La misura dell’eroismo è l’intensità con la quale si vive la propria vita. Eroe, questa la prendiamo in prestito da Leopardi, è chi vive con pieno spargimento di cuore. Eroe, dunque, è stato Giancarlo Siani che ha seguito la strada scelta. Fino in fondo. Eroe, però, è anche Mimì che atterrito vede in diretta la devastante potenza del Male ma non rinnega i propri sogni e valori. Non piega la propria coscienza al motto di «chi se ‘mpiccia resta ‘mpicciato». Eroi siamo tutti noi, se vogliamo. Eroe è un ragazzo normale.
I suoi protagonisti cambiano per età, sesso e condizione ma Lorenzo Marone, alla quarta prova narrativa, conferma la propria capacità di trasformare in tuo eroe e amico del cuore ogni sua creatura… sia l’anziano tentato di essere felice ripreso da Gianni Amelio nel film La tenerezza, sia i fratelli diversi di una famiglia allargata, sia la trentenne aspirante avvocatessa Luce determinata a reagire ad ogni angheria.
Oggi Napoli è ricca di talenti letterari ma Lorenzo Marone sta costruendo un proprio affresco corale della città con una voce così originale che, dopo averla ascoltata, non sai più farne a meno. Napoli la puoi raccontare solo sussurrando, ha detto in un’intervista. Con quella misura Marone riesce ad arrivare alla profondità dei sentimenti… fino a far volare più su del Vomero un ragazzo normale che la sera del 23 settembre 1985 doveva essere allo stadio Fuorigrotta al concerto di Vasco Rossi come altre decine di migliaia di suoi coetanei, e invece…
Lorenzo Marone, Un ragazzo normale, Feltrinelli, 2018